Seduta al mio telaio sento trai
capelli il vento che viene dal mare
Odore di sale che sale dalla
scogliera ad est battuta dalle onde
La mano corre veloce alla trama
sciogliendone i nodi
La mano sa da sola cosa fare
tagliando e snodando il lavoro di oggi.
La trama scompare sotto i miei occhi
stanchi al chiaro della lucerna
La trama ritorna ad essere filo nel
gomitolo tra le mie mani
Mentre il gomitolo dei miei giorni
si srotola notte dopo notte
Mentre i sogni dopo tanto averli
sognati diventano ansie ed incubi.
Che strane le parole, stessa parole
con significati diversi
La trama della mia tela è come la
trama della mia vita
Iniziata e non finita, non ancora
finita finché non sarà il momento
Che la navetta che trasporta il filo
tra l’ordito non sia nave di ritorno.
Ordito che raccoglie la trama nel
disegno della mia vita con il mio sposo
Che il destino ha ordito in una
trama nascosta e sconosciuta
La trama si distingue appena tra
l’armatura del telaio che ne è la lunghezza
La forza dell’armatura che gli donai
ne allunga la vita contro frecce e lance.
Le mani veloci come pensieri
dimentichi della realtà, finiscono il lavoro
Ed anche per oggi ho allontanato il
traguardato della mia attesa
Che da dieci anni segna le mie notti
e tutti i miei giorni di pioggia e di sole
Sola son rimasta a guardare
l’orizzonte a guardia della casa e del mio onore.
Si spengono nel silenzio della notte
cantata dalle inesauste cicale
I rumori del banchetto e della festa
che da troppi giorni si consuma
Nella sala grande del trono, lo
stesso che i pretendenti vorrebbero avere
Per governare Itaca ed il suo regno,
per vantare il diritto di avere me.
Ma non è questa la fine prevista del
mio disegno,dal disegno della mia trama
Ho dato la mia parola al mio
sposo:”Aspetterò il tuo ritorno,custodirò la casa
Custodirò il tuo mondo ed il figlio
che volevi avere, custodirò il ricordo di te,
E i sogni che abbiamo avuto, quelli
che la vita ci ha donato e poi strappato.”
“E ora sono qui, e aspetto il tuo
ritorno, da dovunque tu sia andato
Da dovunque ti sia perduto, guarda
verso il mare, io sono li ed attendo.
A volte in certe sere buie come
questa nera di senza luna e di stelle
Nera di pianeti spenti e di tutti
gli dei distratti od assenti
Illuminata da fiocchi di neve alla
finestra o da luci di stelle a milioni
Oscura di vento a raffiche o di
odore di sangue e sudore e lupi senza denti
In sere come questa, arrivata a
spegnere innocentemente il suo giorno
(Senza curarsi di cosa fosse
successo in questo giorno) provo un po’ paura
Mentre il pensiero si ferma o lento
si inoltra nella notte e nel suo calore
Alla ricerca del sonno che tarda ad
arrivare, mentre inseguo il tuo cammino
Una luce improvvisa accende il buio
e la notte intorno e rivedo il tuo sorriso
E il brillare dei tuoi occhi quando
mi guardavi innamorato e le tue labbra
Mi promettevano amore e sogni e
risate ed il tuo corpo forte ed asciutto,
Inseguo il tuo cammino che nemmeno
tu sai, che nemmeno tu conosci
E solo una cosa ne so dire e posso
dire, non ne conosco il percorso
Ma ne so esattamente la fine, come
il pettine spinge la trama sull’ordito
So che il vento ti spingerà da me,
gonfierà le tue vele ed approderai
Al porto dal quale sei partito per
il tuo viaggio e la tua storia,
Lo so è strano dirmi da sola che sono ancora piena
d’amore e sei te che amo
Che non c’entri niente con i miei
ricordi e gli anni che sono oltre la porta
Te che mi disperi come nessuno mai,
che sei l’unico confine alla mia mano
Perché è questo che davvero vuoi,
ritrovare il filo disperso del tuo disegno
E riportarlo a me, ed insieme al
mio, alla fine, completare la tela
Che narra la tua e la mia vita”.