Ho
navigato per mari e biblioteche
(Come
disse il vecchio marinaio stanco)
Nel
chiarore zenitale dei mezzogiorni mediterranei
Dove in
porti antichi e saggi, concave navi
Aspettano
nuove e sempre uguali maree
In
attese odorose di sale e di sole
Di
catrame per calatafare, di mare denso e antico.
Porti
che hanno visto moltitudini di navi
E
numerose vite andare e venire
Con gli
occhi socchiusi a guardare
Oltre
la linea illusoria dell’orizzonte
Come a
frugare nella mia memoria
Alla
ricerca di qualcosa di dimenticato
Un
ricordo, una parola, un’immagine
La
spiegazione di qualcosa che è successo in passato
O che
forse non succederà mai,
E stare
li a spiare come un franco tiratore
L’arrivo
ondeggiante di fianchi di donna
E
cercare in ognuna quella che aspetti
E
sapere che forse in quelle da nascere
O forse
mai nate se ne nasconde il senso,
E
sapere che solo in quella saprai trovare
Il
meccanismo che ti modifica il ritmo del respiro
E del
cuore.
E
inutilmente cercare frasi analgesiche
Al
dolore che ti straccia l’anima
Inutilmente
cercare la giusta rotta
Nelle
strade tracciate dalle stelle
Inutilmente
cercare le strade del mare
Perché
il pianto è sale e il sale non cura le ferite
E la
vita non torna a chiederti scusa.
Mai.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie di voler esprimere il tuo parere. Torna presto.